Imprenditore di Massa perseguitato: due arrestati dalla Mobile. Uno degli stalker aveva casa anche in Versilia

Il molestatore si era rivolto persino al mondo dell’occultismo, incaricando, incessantemente, numerose maghe, cartomanti e sensitive per provocare la rottura dei nuovi rapporti di lavoro della vittima

La polizia di Massa, nell’ambito dell’indagine denominata Gps – Global Persecution System ha denunciato per atti persecutori continuati e arrestato un 40enne di Como ed uno di origini brasiliane, irregolare sul territorio nazionale e domiciliato a Milano. Un terzo, colpito da ordine di arresto, si è reso latitante.

L’attività investigativa, condotta dalla squadra mobile della questura apuana, muove le mosse dopo le denunce di un giovane imprenditore massese che ha deciso di rivolgersi alla polizia per chiedere aiuto poiché perseguitato da oltre tre anni, da ignoti, in una continua escalation di azioni.

Dalla diffamazione a mezzo social, a danneggiamenti a moto ed auto, gli ignoti erano arrivati ad introdursi, di notte, nel giardino della sua abitazione per applicare sistemi gps sotto le sue autovetture così da seguirlo e spiare ogni suo movimento.

La Mobile, diretta dal dottor Antonio Corcione, ha compreso immediatamente la gravità della situazione ed è scattata l’indagine a 360 gradi che ha consentito di focalizzare l’attenzione sull’imprenditore comasco, rivelando la vera e propria ossessione che aveva maturato per la fine della collaborazione professionale con il giovane massese.

Il lavoro degli agenti, coordinati dal pm Rossella Soffio, è stato minuzioso: due mesi serrati di attività investigativa, condotta anche con le intercettazioni, hanno rivelato che lo stalker non esitava a rivolgersi persino al mondo dell’occultismo, incaricando, incessantemente, numerose maghe, cartomanti, sensitive per avere veggenze e cercare di provocare la rottura dei nuovi rapporti di lavoro della vittima, con l’intento di indurlo a non sciogliere la loro società.

L’arrestato, che frequenta anche ambienti vip e di personaggi dello spettacolo dove è molto conosciuto e viene spesso ritratto nelle copertine di rotocalchi di gossip”anche nelle feste in Versilia dove era di casa, era talmente ossessionato che non esitava ad utilizzare tutte le sue conoscenze per avere sempre notizie sui movimenti della sua vittima.

L’ossessione maturata nei confronti del giovane imprenditore massese sarebbe arrivata ad un punto di notevole pericolosità: una vera e propria persecuzione attuata nei confronti della vittima, volta a monitorarne continuamente abitudini e frequentazioni, tanto da collocare una decina di strumenti di rilevazione satellitare gps sotto autovetture personali ed aziendali in suo uso e cercando di collocarli anche sotto autovetture di famigliari o nuovi soci. Più volte, di notte, i due uomini di origine brasiliana, pagati dall’imprenditore per compiere detti reati, erano stati fatti giungere appositamente da Milano, per introdursi nel giardino dell’abitazione della vittima, per applicare i gps e per pedinarlo. Avevano anche versato zucchero nel serbatoio di carburante della moto  per danneggiarla ed indurlo a prendere l’auto dove erano stati montati i gps.

Nella casa in Versilia, in uso all’indagato, nel corso della perquisizione, sono stati reperiti ulteriori elementi su una possibile escalation degli atti persecutori: si era infatti procurato taser non di libera vendita, spray urticanti, manette e occhiali con telecamere.

Al termine delle attività d’indagine, una volta acquisiti gli elementi di prova ed identificati colore che erano sodali con lo stalker, il personale della Mobile di Massa è andato a Como e a Milano, dove ha proceduto a dare esecuzione alla misura cautelare personale degli arresti domiciliari disposta dal gip di Massa con tanto di braccialetto elettronico.

Il riesame ha rigettato l’istanza del difensore per la revoca della misura o l’applicazione di una meno afflittiva, confermando in pieno le misure disposto dal gip di Massa, in considerazione della accuratezza degli elementi probatori raccolti e della serietà delle condotte dell’indagato nell’arco dei tre anni, accuratamente ricostruite dagli investigatori apuani.

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