Frode in commercio, perquisizioni e sequestri in un’azienda del livornese

Sulle etichette di conserve c'era la scritta '100 per cento italiano' ma in realtà si usavano in parte semilavorati extra Ue

I militari del comando carabinieri per la tutela agroalimentare con il concorso di militari delle unità dell’arma territoriale e forestale hanno eseguito un decreto di perquisizione e sequestro alla Italian Food Spa – Gruppo Petti operante nel settore conserviero e della trasformazione agroalimentare a Venturina Terme e Campo alla Croce di Campiglia Marittima.

Il provvedimento è stato emesso dalla procura di Livorno nell’ambito di procedimento penale a carico di sei persone su cui si indaga per concorso in frode in commercio. L’intervento conclude un’ investigazione di alcune settimane in tema di sicurezza alimentare e tutela del consumatore.

Sono state sequestrate 3500 tonnellate circa di conserve di pomodoro in bottiglie vasi di vetro barattoli pacchi e brick già confezionate e etichettate come pomodoro 100% italiano e/o pomodoro 100 per cento toscano pronte per la commercializzazione, 977 tonnellate circa di prodotto semilavorato e concentrato di pomodoro di provenienza estera (extra-Ue) in fusti e bidoni per un totale di 4477 tonnellate e per un valore commerciale di almeno 3 milioni di euro.

Il prodotto confezionato e pronto per la commercializzazione quantificabile in milioni di pezzi era custodito all’interno dei depositi coperti dell’azienda mentre le diverse migliaia di fusti e cassoni di semilavorato e concentrato di pomodoro estero erano stoccate principalmente su un piazzale esterno nell’area dello stabilimento.

Il provvedimento eseguito scaturisce da un’articolata indagine finalizzata al contrasto delle frodi nel settore agroalimentare e avviata nel gennaio scorso dalla Sezione operativa centrale del reparto operativo del comparto di specialità dell’arma coordinata dalla procura di Livorno. Le indagini con il supporto dell’agenzia delle dogane e corroborate da riscontri provenienti da reiterati servizi di osservazione hanno documentato come gli indagati agendo nei diversi ruoli dell’organigramma aziendale avessero posto in essere la sistematica produzione e fraudolenta commercializzazione di conserve di pomodoro – principalmente passata di pomodoro di vario tipo e formato con il marchio della nota azienda – falsamente etichettate quale pomodoro 100% italiano e/o pomodoro 100% toscano destinate poi alla Grande distribuzione organizzata (Gdo) per la vendita al dettaglio al consumatore finale sul territorio nazionale.

Infatti la condotta consisteva nel realizzare il prodotto utilizzando rilevanti percentuali (variabili) di pomodoro concentrato estero (extra-Ue) miscelato a dosati quantitativi di semilavorati di pomodoro italiano. E tale illecita procedura la si coglieva anche nella flagranza al momento dell’accesso dei carabinieri nell’area di lavorazione ove gli addetti venivano colti ad effettuare tale operazione. Da qui si risaliva poi alla linea di imbottigliamento ed etichettatura e sono state rinvenute migliaia di bottiglie di passata prodotte dall’inizio del turno giornaliero.

È stata anche sequestrata copiosa documentazione contabile amministrativa e di laboratorio cartacea e su supporto informatico ritenuta di interessante valenza investigativa: in particolare schede di produzione ufficiose e manoscritte dalle quali si evincerebbe chiaramente il disegno fraudolento cioè l’attribuzione al prodotto di caratteristiche di origine e composizione diverse da quelle reali.

Contestualmente gli ispettori dell’Ispettorato centrale tutela qualità e repressione frodi) del ministero delle politiche agricole alimentari e forestali hanno effettuato campionamenti sia del prodotto semilavorato sia di quello già confezionato ed etichettato per le analisi di laboratorio. Si è accertata inoltre anche l’inottemperanza dell’azienda ad un decreto di sospensione di marzo delle attività produttive nello stabilimento di Venturina Terme per reiterate violazioni di natura ambientale e la realizzazione in quell’area di un manufatto di circa 4mila metri quadri in assenza di concessione edilizia con conseguente denuncia del legale rappresentate per l’inosservanza dei provvedimenti dell’autorità e interventi eseguiti in assenza di permesso di costruire.

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