
La presidente Elena Pampana: “Non basta più chiedere lavoro per tutti, ogni occupazione deve essere sicura, dignitosa e sostenibile nella vita di tutti i giorni”
“Certo che serve il lavoro. Ma basta con la logica del lavoro a qualunque costo. Servono occupazioni sicure, giustamente retribuite e dignitose, che non espongano le persone a rischi evitabili, che non le costringano a scegliere tra salario e salute, tra contratto e possibilità di vivere appieno anche la vita familiare”.
A dirlo è Elena Pampana, presidente delle Acli Toscana, in vista del Primo Maggio.
“L’incidente mortale accaduto pochi giorni fa nelle cave di Carrara è un dolore enorme, ma anche un segnale gravissimo. È la conferma che la cultura della sicurezza non è ancora patrimonio comune. Bisogna investire nei controlli – continua Pampana – ma serve anche una svolta culturale. A partire dalla scuola, dobbiamo insegnare il valore della sicurezza, della salute, del rispetto dei diritti”.
“La nostra idea di lavoro – spiega la presidente di Acli Toscana – mette al centro la persona. Ogni occupazione deve essere dignitosa, equa nella retribuzione, sostenibile nella vita di tutti i giorni. Non è più accettabile che a pagare il prezzo della flessibilità e della precarietà siano sempre i più giovani e le donne”.
In questa cornice si colloca anche la partecipazione di Acli Toscana alla campagna nazionale “Pace, Lavoro e Dignità”, promossa dalle Acli in tutta Italia, che mette insieme le tante voci dei territori per rilanciare il lavoro come bene comune, come spazio di giustizia, inclusione e crescita.
“Contribuiremo alla campagna di Acli con un incontro e con una serie di iniziative social dedicate al tema dei referendum sul lavoro – dice Pampana -. E insieme ai Giovani delle Acli porteremo avanti in Toscana la campagna nazionale ‘Poi vediamo’, che denuncia la realtà del lavoro nero tra i ragazzi e promuove consapevolezza e diritti”.
“Il Primo Maggio non è una celebrazione rituale – conclude la presidente di Acli Toscana – ma un’assunzione di responsabilità che va rinnovata ogni giorno. Significa ricordare che senza lavoro sicuro e dignitoso non ci può essere una società giusta”.